Il packaging alimentare

Il packaging non è più solo ormai una materia che si occupa d’ ‘involucri’ ma è diventato vera e propria parte integrante dell’enorme processo d’innovazione che viviamo che parte dal marketing ma si avvicina, a volte, alla creazione artistica.

Naturalmente, definire il packaging come semplice involucro o come opera d’arte è un po’ estremizzante perché in realtà essendo il packaging  il “vestito” con cui un prodotto viene proposto al consumatore questo dovrebbe avere alcune peculiarità specifiche e quindi un packaging fatto bene dovrebbe essere:

• Affidabile

• Versatile

• Accattivante

Il packaging  alimentare poi ha finalità e propedeuticità tutte sue, risponde a leggi di mercato ben precise. Ecco quindi entrare in gioco il tatto che diventa protagonista dei valori percettivi di una confezione, attraverso effetti a sbalzo, in rilievo, vellutati o soft, dal tocco ruvido, morbido o scivoloso. Non solo immagini, loghi, colori ma un packaging di successo dovrà sfruttare quasi tutti i sensi del consumatore.

L’innovazione nel packaging non è solo innovazione di prodotto finale ma ha anche tutta una ricaduta in quanto per arrivare ad un’innovazione di prodotto si deve necessariamente passare attraverso un’innovazione di processo. S’innesca, quindi, un’innovazione a cascata che interessa tutti i processi produttivi dall’ideazione alla realizzazione.

Anche i macchinari e gli impianti più sofisticati risultano insufficienti se non vengono, però, guidati e utilizzati dal personale più qualificato, con il supporto di studi e sperimentazioni importanti. Né va mai trascurato, infine, il valore della collaborazione tra le varie unità di lavoro. Se non venissero coinvolti anche il stampa e  ricerca e sviluppo, sarebbe impossibile arrivare a performance di qualità adeguata.