Se il vostro sogno è quello di divenire barman, ecco alcune dritte di base da non lasciarvi scappare per creare cocktails che lascino il segno
Chi è intenzionato ad aprire un locale o chi ha il sogno di divenire un barman, non può trascendere dal cogliere il trend del momento per avere una buona riuscita nel campo commerciale. A volte non serve solo scegliere il drink giusto ma capire cosa cerca la clientela in un dato momento storico ed avere a proprio supporto un fornitore affidabile. Inoltre essere in contatto con colleghi del settore è un vantaggio per confrontarsi ed accrescere le proprie competenze, nei Cash&Carry Adhoc, ad esempio, dal 7 al 9 settembre sarà possibile prendere parte agli educationals gratuiti dedicati ai professionisti del beverage e condividere esperienze diverse con esperti del settore.
Per chi è agli inizi ma ha già le idee ben chiare: divenire professionista del bartending, ecco i 5 consigli indispensabili da non dimenticare mai.
1) L’equilibrio. Un cocktail è la ricerca del perfetto equilibrio di ingredienti differenti tra loro. Un principio fondamentale da seguire è quello di non esagerare con il numero di componenti. Se troppi ingredienti si sovrappongono il gusto non sarà più una perfetta sinergia del tutto ma una semplice confusione di sapori. In genere una ricetta base prevede:
Inoltre è fondamentale la qualità dei prodotti, meglio scegliere sempre un brand storico e famoso per gli alcolici ed ingredienti freschi ed affidarsi ad un brand come Adhoc è una garanzia.
2) Il ghiaccio. Sembrerà superfluo ma ha un ruolo fondamentale nella preparazione di un cocktails e nessun barman deve farsi trovare impreparato. A seconda del drink scelto bisogna capire che tipo di ghiaccio sia necessario: più grosso è il cubo, maggiore è la resistenza facendo si che il sapore rimanga inalterato.Neidrink shakerati, ad esempio, i cubetti non devono sciogliersi troppo perché altrimenti il risultato sarà una bevanda dal gusto insapore, se non addirittura sgradevole. D’altra parte, più son piccoli i blocchi più la diluizione del ghiaccio darà equilibrio e mitigherà la forza dell’alcol. E’ fondamentale inoltre, che il ghiaccio sia assolutamente trasparente in quanto indice di qualità.
3) Il bicchiere giusto. Ogni cocktail così come ogni tipologia di liquore o vino, va servito nel giusto bicchiere. Questi ultimi infatti, in base alla forma e alla dimensione, sono in grado di far percepire il profumo più o meno intenso del prodotto che contiene, così come possono alterarne il sapore, anche in funzione di quanto ogni bicchiere faccia arieggiare il prodotto.
4) Agitare o mescolare? C’è tutto un mondo dietro la preparazione di un drink e ogni buon barman deve esserne a conoscenza. I cocktails con solo liquori e alcolici generalmente non frizzanti, ad esempio, non vanno agitati ma solo mescolati in modo da non alterarne limpidezza e fluidità, sarebbe un grave errore agitare un Manhattan, un Negroni o un Martini.
Al contrario, i mix che prevedono anche bevande analcoliche come succhi, creme o acqua tonica vanno agitati per permettere all’alcool di unirsi senza rimanere concentrato tutto sul fondo del bicchiere.
5) Studiare, studiare, studiare. Non bisogna mai allontanarsi troppo dalla ricetta originale di un cocktail e non perdere alcuna occasione per accrescere le proprie conoscenze nel settore. Un buon barman deve andare sempre incontro al gusto del cliente, il quale, normalmente, si aspetta di bere lo stesso drink in qualsiasi luogo. Esistono migliaia di libri e scuole di pensiero per ogni cocktails ed ogni ricetta subisce nel corso dei decenni continue evoluzioni per questo è importante mantenere alta l’attenzione e prendere parte ad incontri formativi e confrontarsi con colleghi ed esperti. Un’importante occasione di approfondimento e riflessione è offerta gratuitamente da Adhoc a tutti i suoi clienti con l’organizzazione degli incontri di Barman Educational.