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Food eVangelist: conoscere il cibo con gli occhi dei bambini
Pubblicato il 13/04/2016

Food eVangelist: conoscere il cibo con gli occhi dei bambini

Esploriamo il primordiale, ma sempre più stringente rapporto tra cibo e bambini, facendo la conoscenza dei Food eVangelist, i profeti del mangiar bene e sano.

Mai sentito parlare di Food eVangelist? No? Allora è giunto il tempo di correre ai ripari perché riguardano molto da vicino gli operatori del settore Food & Beverage. Tranquilli, non stiamo parlando di piccoli alieni. Con tale termine, infatti, ci si riferisce ai bambini dell’età moderna, tanto impegnati a conoscere le pietanze da vicino, il bio e le nuove tendenze in fatto di alimentazione, da essere soprannominati “Evangelisti del Cibo”. Sono i nuovi divulgatori del mangiare con gusto, ma in piena salute. 

Che il legame intercorrente tra il cibo e i bambini sia antico quanto il mondo, riteniamo, sia piuttosto assodato. Ma uno studio a carattere internazionale di Food 2020, condotto in ben 11 paesi nel mondo, fornisce uno spaccato molto preciso della situazione attuale.

A partire dai 7-8 anni, i piccoli Food eVangelist vogliono saperne sempre di più in fatto di cibo, accompagnano i genitori a fare la spesa, leggono scrupolosamente le etichette, cercano di capire cosa implichi l’essere vegano o vegetariano piuttosto che celiaco e, da ultimo, decidono a cosa è bene rinunciare.

Invece di merendine e bibite gassate, di snack ipercalorici e di junk food, privilegiano spremute e centrifugati, cibi ricchi di proteine ma a basso contenuto calorico. Si assiste, così, a una vera e propria inversione di tendenza: analizzando il rapporto tra il cibo e i bambini, infatti, non troviamo più alimenti spazzatura ma scelte ben ponderate e oculate. Se ciò si tende a considerare naturale in una fascia d’età più matura e consapevole, sorprende, quindi, che a influenzare queste scelte siano proprio i più piccoli tra i consumatori. 

Di sicuro influenzati da amici e familiari, i nuovi trend setter del food, scegliendo alimenti freschi, senza conservanti, sani, biologici, tracciabili e, spesso, anche a chilometro 0, non solo influenzano la lista della spesa ma, inconsapevolmente, dettano legge anche nel campo della ristorazione.

E’ per questo che Adhoc, da sempre attenta e scrupolosa nella scelta delle materie prime e con occhio proteso al futuro e alle nuove tendenze, si propone di dare qualche utile consiglio a ristoratori e gestori di locali in genere, per catturare l’attenzione dei piccoli Food eVangelist.

1. Programmare una serata family friendly

All’apparenza potrà sembrare anche banale ma, stando ai fatti, non lo è per niente. Il nostro Belpaese, infatti, a differenza delle altre nazioni europee, è poco incline ad adattare strutture che possano attirare, contemporaneamente, grandi e piccini. I più piccoli, infatti, spesso si annoiano di aspettare al tavolo, rigidi e composti, nell’attesa che arrivi il tanto agognato pasto. Dunque, perché non organizzare serate a tema per il divertimento di tutta la famiglia? A seconda della disponibilità della struttura, si può creare un vero e proprio percorso gastronomico, alla scoperta dei principali ingredienti che compongono il piatto, dei vari tipi di cotture utilizzate o come si predispone un intero menù per vegetariani, vegani e intolleranti al glutine e al lattosio. Così, le aspettative e la sete di conoscenza dei moderni Food eVangelist, saranno pienamente soddisfatti.

2. Spazio al gioco

Ciò che decreta il successo di una struttura ricreativa, ovviamente, non può essere dettato solo dal cibo. Quindi, perché non puntare su di un ambiente colorato, con uno spazio tecnologico, dotato di smartphone, tablet e consolle interattive? Una lavagna luminosa, tv e spettacoli divertenti, libri e album da colorare, potranno essere un diversivo piuttosto utile per quei genitori che desiderino godere di una cena in libertà, senza doversi preoccupare del benessere dei bambini. La qualità del servizio offerto, il personale qualificato e l’originalità di giochi e spettacoli, incoraggerà i piccoli ospiti a chiedere di tornare al ristorante con sempre maggior frequenza.

3. Cibo e bambini: stop ai menù prestabiliti!

Un vero Food eVangelist vorrà dire la sua, non solo tra le quattro mura di casa o tra gli scaffali di un supermercato. Il suo regno, infatti, non potrà che essere la cucina di un ristorante. Sono, ormai, finiti i tempi in cui i bambini potevano esser messi a tacere con un semplice piatto di pastasciutta o con un menù basico, piuttosto banale e senza pretese. Pur senza esagerare, si può proporre una serie di alternative, dalle più comuni a quelle più elaborate, senza aver paura di eventuali richieste inconsuete o di dover rispondere a qualche domanda sulla provenienza dei cibi o in ordine agli ingredienti utilizzati.

Questi piccoli spunti possono aumentare la visibilità della propria struttura e renderla perfettamente a misura di bambino. Ma, com’è giusto che sia, non dobbiamo dimenticare un dato fondamentale: instaurare un corretto rapporto tra cibo e bambini è un processo che va nutrito sin dalla prima infanzia, senza eccessi. Food eVangelist si diventa, ma col tempo. Non fatevi cogliere impreparati!

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