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Giornata della terra 2016: focus sull’alimentazione sostenibile
Pubblicato il 20/04/2016

Giornata della terra 2016: focus sull’alimentazione sostenibile

In previsione della Giornata della Terra, una riflessione sull’alimentazione sostenibile e sulle coltivazioni biologiche presenti in Italia.

In occasione della 46ª celebrazione della Giornata della Terra (World Earth Day) fissata per il 22 aprile 2016, torna d’attualità la condizione e la salvaguardia di tutto ciò che ci circonda. L’evento costituisce una sollecitazione affinché i leader politici intraprendano azioni ritenute necessarie per la salvaguardia del pianeta, ma è anche un evento educativo e informativo, sia nelle scuole che nelle piazze, sulle calamità che colpiscono quotidianamente il nostro ecosistema.

Tra i passi da intraprendere è imprescindibile quello riguardante l’alimentazione sostenibile. Trattare di quest’argomento comporta soffermarsi sulla sostenibilità alimentare, sulla lotta alla fame e sull’agricoltura biologica.

Fare agricoltura biologica, in particolare, significa adoperare un metodo di coltivazione e di allevamento che ammette solo l'impiego di sostanze naturali, escludendo l'utilizzo di prodotti chimici quali concimi, diserbanti e insetticidi. Significa inoltre, sviluppare un modello di produzione che eviti lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali. Allo stesso modo, implica attenzione al benessere degli animali facendo sì che non assumano antibiotici, ormoni o altre sostanze che ne stimolino artificialmente la crescita o la produzione di latte.

Consumare prodotti con certificazioni alimentari DOP o IGP, significa acquistare derrate agricole conformi a vari fattori, quali la denominazione d’origine. Vi è inoltre, la descrizione del prodotto mediante l’indicazione delle principali caratteristiche fisiche e chimiche della merce agricola e infine, la descrizione del metodo di ottenimento di quest’ultima. Vi sono quindi, una serie di regole alle quali tutti i produttori devono attenersi in modo tassativo, per ottenere queste tipologie di marchi i quali divengono validi strumenti di tutela per i consumatori.

Negli ultimi decenni, anche grazie alla consapevolezza acquisita con la “Giornata della terra”, l’agricoltura biologica conosce una fase di grande espansione. L’Italia sotto questo punto di vista risulta un’eccellenza. Secondo gli ultimi dati, infatti, è la seconda in Europa (e quinta al mondo) per estensione di superficie biologica. E’ inoltre, anche tra i primi produttori al mondo di agrumi, olive, frutta cereali ed ortaggi bio. Infine, anche il numero di aziende “sostenibili” è in crescita: 46mila produttori e oltre 52mila operatori con un fatturato di 3,5 miliardi di euro, ovvero il 2% delle vendite alimentari totali del Paese.

I risultati si vedono. Alimentazione sostenibile, coltivazioni biologiche, certificazioni alimentari, dieta sana e Giornata della Terra, hanno aperto gli occhi a moltissimi cittadini. Tanto che nei consumi il 2015 ha visto un vero e proprio boom nell’acquisto bio. Secondo la Coldiretti infatti, il fatturato dell’anno appena trascorso, è superiore a 2,5 miliardi di euro, ovvero il record di sempre in questo settore. Mangiare bio ormai non è più un’abitudine di nicchia ma quasi la normalità, tanto che si calcola che più di 15 milioni di famiglie abbiano fatto questa scelta.

Per favorire la diffusione dell’alimentazione sostenibile, vi presentiamo alcune buone norme a cui possono guardare sia i rivenditori che i consumatori:

1. Acquistare prodotti locali: ridurre il passaggio tra produttori e consumatori elimina gli intermediari con la conseguente riduzione degli impatti ambientali.

2. Regolare il consumo di carne: il modello di allevamento intensivo delle aziende provoca infatti, danni irreparabili all’ambiente quali cambiamenti climatici, deforestazione e perdita di biodiversità.

3. Utilizzare prodotti di stagione: si riduce così la coltivazione in serra la quale è alimentata da combustibili fossili.

4. Preferire le preparazioni semplici: le preparazioni troppo elaborate richiedono impatti elevati sotto il punto di vista energetico e, talvolta, snaturano la genuinità dei prodotti.

5. Fare attenzione al consumo d’acqua: quando è possibile, meglio non consumare le risorse idriche in eccesso rispetto alle proprie esigenze reali.

6. Ridurre gli sprechi di cibo: basti pensare che mentre più della metà della popolazione soffre la fame, nei paesi industrializzati 1 miliardo e 600 milioni di tonnellate di alimenti viene gettato via ogni anno.

7. Prestare attenzione al consumo di prodotti ittici: meglio prediligere il pesce pescato, scegliere specie non in via d’estinzione e, quando è possibile, dare priorità alla pesca locale.

8. Scegliere prodotti biologici: come si è visto questa preferenza può cambiare davvero il mondo.

9. Evitare sprechi nella preparazione dei cibi: riciclare sempre ciò che resta in eccesso e cercare di ottimizzare i tempi di cottura dei cibi utilizzando recipienti appositi, come le pentole a pressione.

10. Preferire prodotti con pochi imballaggi: va da sé che l’imballaggio non solo è uno spreco di materiale ma, di fatto, rappresenta circa il 40% dei rifiuti domestici.

 

In conclusione è rilevante notare come siano gli stessi rivenditori come ipermercati, supermercati, cash and carry, con una grandissima inversione di tendenza, ad alimentare la consapevolezza e l’ampliamento del commercio biologico. I Cash&Carry Adhoc, ad esempio, sotto questo punto di vista sono particolarmente attenti alla vendita di prodotti biologici, per offrire ai propri acquirenti la certezza di poter mangiare sano e sostenibile.

L’alimentazione sostenibile, così come l’agricoltura biologica, è un dovere per tutti noi, ma è soprattutto un diritto del nostro pianeta. Con piccoli accorgimenti si può fare molto ed uscirne tutti vincitori.

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