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La riapertura tra normative e consigli per ripartire
Pubblicato il 31/05/2020

La riapertura tra normative e consigli per ripartire

Una delle diatribe cui stiamo maggiormente assistendo in questo momento di ripartenza per il Paese è quella sulla chiarezza delle regole Che devono essere seguite dagli operatori economici per rimettere in moto le proprie attività. Infatti, si è creata una rete di normative a vario livello: statale, regionale e non solo, entro le quali è davvero difficile districarsi.

Restano da seguire sicuramente le buone pratiche, che tutti abbiamo assunto, del distanziamento di almeno un metro fra una persona e l’altra e dell’utilizzo di gel disinfettante per le mani da fornire a personale e clienti.

Il cuore della discussione che si spera venga chiarita subito, è nella discrasia fra le norme regionali e governative ed il vademecum molto restrittivo delegato in forma tecnica all’INAIL che ha dato precetti molto stringenti e molto severi cui ogni operatore, specie nel campo del food, deve scrupolosamente attenersi a cominciare dalle distanze previste che in questo caso sono raddoppiate fino a due metri con la conseguente penalizzazione di coloro che operano in locali con più esigua metratura.

Bisogna innanzitutto fare i conti con i timori dei clienti che hanno tanta voglia di tornare al bar, ad esempio, ma temono il contagio e hanno bisogno di metabolizzare le nuove procedure, ma anche con quelli del barista, oggi alle prese con nuove regole per la gestione delle attrezzature e la manipolazione degli alimenti, la continua sanificazione e la diversa gestione degli spazi. 

Sarà necessario prediligere l'utilizzo di tovaglie monouso e tutti gli strumenti andranno puliti e igienizzati in maniera costante.  Le Soluzioni idroalcoliche dovranno essere messe a disposizione all'interno dei locali sia per i clienti che per il personale. Adhoc fornisce tutta la strumentazione necessaria per soddisfare le necessità degli addetti ai lavori in questo momento delicato.

C’è poi tutta la questione delle barriere divisorie da utilizzare fra i tavoli dei ristoranti e la necessità di creare un sistema di ricambio d’aria nei locali, essendo ampiamente sconsigliato l’uso degli impianti di climatizzazione che potrebbero essere veicoli preferenziali del virus.

Il capitolo pagamenti alle casse si esaurisce molto velocemente nell’esortazione ad incentivare i pagamenti elettronici con moneta virtuale, magari con carte con funzione contactless, e senza l’uso dei contanti, altro veicolo di microrganismi come i virus.

Per gli operatori, sempre suggeriti l’uso dei guanti in nitrile e delle mascherine, almeno quelle chirurgiche, nei processi di preparazione del cibo per evitare contatti.

Dunque, una matassa non facile da districare e che potrebbe compromettere in maniera importante il fatturato delle attività. Come gestire ad esempio cene o pranzi di lavoro con 8-10 persone da far sedere su un unico tavolo? Alcune regole restano ancora poco chiare e portano sia i clienti che gli addetti ai lavori a commettere errori e ingenuità. Resta alto il timore di ritorni di fiamma del virus che rimane un rischio oggettivo. L’unica soluzione al momento è sicuramente essere prudenti e avere buon senso in ogni scelta.


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