La vecchina che, a cavallo della sua sgangherata scopa, arriva nella notte del 6 gennaio per recare ai bimbi doni e dolciumi simboleggia la “tradizione della Befana nella festività dell’Epifania” ha un portato storico che affonda le sue radici quasi nella notte dei tempi.
Come tutti sappiamo, e nel solco della più pura tradizione popolare Italiana, la befana arriva nelle case scendendo attraverso le cappe dei camini, alle cui estremità si appendono le famose calze affinché vengano riempite di leccornie di ogni sorta ( caramelle, cioccolata,biscotti, snack, dociumi in genere) per i bambini buoni e, invece, carbone per i bambini più discoli.
La lettura di questa tradizione può essere realista, ma l significato allegorico è grande.
I camini, simbolicamente, raffigurano un Trait d'union tra la terra e il cielo e la distribuzione di questi due tipi di doni raffigura auspici: quelli buoni sono il presagio di buone novità della stagione che verrà mentre il carbone è il residuo del passato.
Chi ha qualche anno, ma nemmeno tanti da considerarsi vecchio, conserva il sapore che accompagnava la mattina dell’apertura delle calze dove, immancabilmente tra dolci, e fichi secchi, trovavano posto, oltre al carbone, anche cipolle, castagne, patate, mele, noci, noccioli e altri prodotti della terra. La stessa calza di lana è un indumento, non scelto a caso anzi fondamentale nelle campagne, per affrontare il cammino nel nuovo anno
L’Italia non è il solo paese dove troviamo il culto della Befana: Persia, Normandia, Russia, Africa del Nord ci accompagnano in questa tradizione con nomi e modalità diverse.