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Shopping natalizio: crescono i consumi degli italiani per il settore Food & Beverage.
Pubblicato il 23/12/2015

Shopping natalizio: crescono i consumi degli italiani per il settore Food & Beverage.

Lo shopping natalizio: un quadro generale in vista del Natale 2015.

Natale 2015 è alle porte e gli italiani, come ormai da diversi anni, sono alle prese con lo shopping natalizio “ai tempi della crisi”. Dal 2007 ad oggi le spese legate alle festività si sono ridotte vertiginosamente a causa del periodo di depressione economica che ormai affligge l’Occidente da oltre un lustro. Gli acquisti si fanno sempre più oculati e la corsa al risparmio è diventata ormai la prassi.

I dati del 2014 sono esemplificativi e ci danno difatti un quadro preciso per capire come lo shopping natalizio sia calato in modo rilevante.

Secondo il Codacons, lo scorso anno, il Natale si è chiuso con una riduzione generalizzata dei consumi registrando -5% rispetto al 2013. La flessione maggiore si è avuta nell’ambito dell’arredamento e degli elettrodomestici (-14,4%), seguita da quella del turismo (-12,4%). Forte è stato inoltre il calo nell'abbigliamento (-8,3%), e nell’ambito della profumeria e della cura della persona (3,9%). Anche il settore dell’editoria, nonostante i prezzi contenuti e le forti promozioni, non si è salvato e la diminuzione è stata dell’1,1%. Il consumo totale si è fermato a 9.8 miliardi di euro.

Per capire quanto sia impressionante questa recessione basta confrontare questi dati a quelli del 2007 quando la spesa fu di 18 miliardi di euro: in 7 anni le famiglie italiane hanno tagliato gli eccessi per lo shopping natalizio per la cifra record di 8,2 miliardi con una riduzione del 45%.

Il settore che meno ha sentito questa flessione è stato invece quello alimentare che per la prima volta dall’inizio della crisi ha sorpassato quello dei regali, diventando la voce più rilevante del budget delle famiglie italiane.

La spesa complessiva infatti è stata di 4,1 miliardi di euro con una crescita del 10% rispetto all’anno precedente. Non si è rinunciato dunque a preparare pranzi e cenoni con una netta preferenza per i prodotti del territorio locale e del Made in Italy.

Si stima che siano spesi 900 milioni per pesce e carni compresi i salumi, 400 milioni per spumante, vino ed altre bevande, 400 milioni per i dolci, 350 milioni per ortaggi, conserve, frutta fresca e secca, 200 per pasta e pane e 100 milioni per formaggi e uova.

Il grande protagonista dello shopping natalizio del 2014 è stato lo spumante che si è classificato al primo posto degli acquisti irrinunciabili sia nel Bel Paese che all’estero.

Il settore agroalimentare ha visto un aumento significativo anche per quanto riguarda il classico “presente”. Cesti di alimenti, pandori, panettoni, salumi e vini sono stati in molti casi il dono principale sotto gli alberi addobbati a festa. Infatti, con il settore dei giocattoli e quello dell’hi tech, il cibo è stato il regalo prescelto dai più. In un periodo di austerità, a pensarci bene, non sorprende che sia proprio questo il bene più desiderato ed allo stesso tempo più intelligente da donare. A tal proposito, scoprite le idee regalo selezionate da Adhoc, cliccando qui: https://www.adhocash.it/promo/selezione-natale-2015-idee-regalo.html.

La crisi ha portato ad una fortissima attrazione verso la riscoperta del legame con i prodotti del territorio e secondo un’indagine condotta dalla Coldiretti il 69% degli italiani responsabili della preparazione dei pasti ha portato in tavola il Made in Italy. Il 27% di quest’ultimi erano  addirittura prodotti locali o a chilometro zero e il 10% prodotti biologici.

Trends attuali

Per quanto riguarda Natale 2015 le rilevazioni attuali sono contraddittorie. Secondo il Codacons le spese complessive indicano un aumento del 2,5% rispetto all’anno scorso, con un importo complessivo per lo shopping natalizio di circa 10 miliardi di euro. Di parere opposto è invece la Coldiretti, la quale, rifacendosi ad un indagine di mercato effettuata da Deloitte (società europea di revisione e certificazione di bilanci), prevede un flessione pari al 2.4%.

La tendenza sulla quale tutti sembrano d’accordo è invece quella sui dati agroalimentari. In controtendenza all’andamento generale, infatti, anche quest’anno il fatturato dell’industria alimentare e delle bevande è aumentato dello 0,6%, cosa che fa ben sperare per l’andamento globale del settore a ridosso delle festività natalizie.

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